Per legge, la fase dell’istruttoria non deve superare i 4 mesi; quindi gli incontri devono concludersi i questo periodo. L’istruttoria consiste in una serie di incontri con i psicologi dell’Asl e di assistenti sociali del Comune. Gli incontri si tengono a volte insieme in coppia e a volte individuali ed andranno ad approfondire la storia di ciascun individuo e della coppia, in vista del bambino che verrà e la famiglia che essa diverrà.
Le domande che vi saranno fatte hanno il fine di farvi riflettere sui vostri motivi per fare un’adozione e se siete pronti ad accettare, riconoscere e rispettare la diversità del bambino adottivo. Per saperne di più, consultate il pdf "Adottiamoci" nei miei "Consigli di Lettura".
Se ne parla delle cose che succedono durante questa fase. C’è chi dice che sono miti e leggende, forse perché lui o lei non l’hanno vissuto oppure perché come operatore queste cose non li fa. Ma la mia esperienza è stata difficile. Durante la mia prima istruttoria, lo psicologo ha fatto delle supposizioni sulla mia capacità di essere madre di un bimbo abbandonato perché io stessa sarei stata abbandonata (alla tenera età di 17 anni) perché mia madre è andata in un’altra città ad approfondire i suoi studi e noi figlie siamo andati a vivere col nostro padre (che erano divorziati). Questo per lui consisteva un abbandono! Questo allora e tutt’ora mi sembra assurdo per diversi motivi. Credo che lui volesse spingere questa sua ipotesi per capire come avevo vissuto “questo abbandono”. Ma c’è modo e c’è modo, bastava chiedere: come ha vissuto la partenza di sua madre? come li ha cambiato la vita la partenza della madre? Anche perchè non era mica andata via per sempre!
Dall’altra parte durante l’istruttoria entrambi operatori ci hanno fatto molto riflettere su quello che erano le nostre aspettative di un figlio e ci hanno aiutato a essere preparati all’accoglienza di un bimbo che si porta dietro una sua storia, sia esso stato un bimbo adottato tramite la nazionale o per la via internazionale. In ogni modo è stato un momento importante di crescita e che ci ha preparato a diventare genitori migliori.
Poi quando io fece l’istruttoria nel 2000, i nostri cari amici in Veneto stavano facendo l’istruttoria là e pure loro hanno affrontato delle domande assurde, come “con quale frequenza avete rapporti sessuali?”
Quindi ricordatevi che le domande che vi saranno fate devono farvi riflettere -- Ma se vi capita la domanda assurda, ditelo agli operatori e fatevi spiegare il perché di certe domande.
2 commenti:
Gli psicologi spesso "provocano" volontariamente, nel senso di utilizzare certe affermazioni per "scandagliare", per "mettere alla prova" i futuri genitori.
Ciò richiede senso dell'equilibrio, prudenza, sensibilità ed attenzione alle reazioni che vengono indotte nei genitori "studiati".
Tralasciando la legittimità etica ed esistenziale di tale procedere, ciò che realmente mi preoccupa è che, nella stragrande maggioranza dei casi, sono gli esaminatori stessi che non sono idonei non solo a somministrare tali "strumenti di ricerca", ma anche e soprattutto a vagliarne gli effetti sui genitori oggetto dello studio!
Quanti bravi psicologi ho conosciuto nella mia carriera decennale di medico. Ma quanti psicologi "spostati" ho conosciuto. Per esempio ho conosciuto una psicologa che, al suo secondo paziente, ha contravvenuto alla regola più elementare dell'etica di un analista (non instaurare rapporti affettivi con il cliente) e se lo è sposato (salvo poi divordiare dopo un anno accordendosi di aver confuso l'amore con un "transfer al contrario".... Ebbene, se una psicologa del genere mi chiedesse la frequenza dei rapporti tra mia moglie e me le risponderei che è un segreto che la mia etica personale di marito non mi consente di rivelare..
Grazie per il tuo contributo, prezioso. Spesso anche io mi sono chiesta se la metodica dello psicologo che ci ha seguito nel primo iter era corretta. E poi anni dopo un suo collega, parlando fuori sede di lavoro, mi diede ragione!
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