tag:blogger.com,1999:blog-58779021003783658932024-03-13T03:47:46.904+01:00storia di un'adozione... e di tante altreIn questo Blog vi racconterò la mia esperienza di adozione e quella di altri genitori adottivi che mi hanno accompagnato in questa meravigliosa avventura chiamata adozione.Maribeloushttp://www.blogger.com/profile/04825563879464231464noreply@blogger.comBlogger48125tag:blogger.com,1999:blog-5877902100378365893.post-4495162278249852422014-09-20T15:03:00.000+02:002014-09-20T15:05:48.665+02:00Sono la tua mamma!Ciao, amici. E' un bel po' che non scrivo nulla nostra adozione in parte perchè sinceramente dopo i primi tempi tutto è andato liscio come l'olio. Niente novità, il nostro bambino è diventato ragazzo e ora è quasi un uomo. Si è sviluppato in modo sereno, è ben inserito a scuola, ha tanti amici. Insomma un ragazzo come un altro!<br />
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Ma la settimana scorsa c'è stata una grossa novità. Mio figlio come tanti ragazzi della sua età, ha un profilo Facebook in cui apparentemente certe cose erano chiuse al pubblico ma le sue foto erano visibile al pubblico. E così, un bel giorno della settimana scorsa una persona le ha fatto commenti sulle sue foto, facendoli complimenti. E lui, le ha scritto "chi sei?" E questa le risponde: sono la tua mamma. BOMBA!<br />
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Inutile raccontarvi la sorpresa a casa. Tremila domande ci vengono subito in mente. Come, ha una mamma? Una amica mi dice, stai attenta, forse si tratta di una truffa. Un'altra ma come vi ha rintracciato?<br />
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Questo e altro vi racconterò nelle prossime settimane con molta delicatezza.<br />
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A presto,Maribeloushttp://www.blogger.com/profile/04825563879464231464noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5877902100378365893.post-72970250151646014682011-02-21T13:36:00.004+01:002014-09-20T15:13:06.286+02:00Ci siamo fermatiEbbene sì, ci siamo fermati. E' stata una decisione dolorosa e molto meditata ma erano già passati 4 anni dall'inizio del percorso e il nostro primo figlio adottivo sta attraversando un momento difficile e stiamo faccendo fatica a stare dietro a tutto. E' giusto portare una seconda creatura in una famiglia così? <br />
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Forse la nostra situazione non è così terribile ma io e mio marito siamo sfiniti, fisicamente e emotivamente e sappiamo che una seconda adozione richiede ancora più impegno in tutti i sensi. Non crediamo di poter dare il nostro meglio a un secondo figlio e crediamo che avremmo dato qualcosa di meno anche al primo...quindi due figli con poco non va mica bene! Meglio un figlio felice che due infelici!<br />
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So' che a qualcuno non piacerà questa motivazione, ma in realtà vi sto dando una ragione semplificata - dopo tutto questo è un blog PUBBLICO e non mi va di rovesciare il mio dolore intimo qui. Siate comprensivi! </div>
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Chi sta alla prima adozione non deve demordere - è una esperienza bellissima!</div>
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Maribeloushttp://www.blogger.com/profile/04825563879464231464noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5877902100378365893.post-68678745551183561282010-02-16T18:43:00.004+01:002010-02-23T20:30:32.459+01:00E si aspetta ancoraCiao tutti, è un po' che non mi faccio viva su questo blog. Mi spiace. Credo che i motivi siano diversi:<br /><br />Per prima, questa è una facenda molto personale e quindi non mi sento di sventolare nè dolori o frustrazioni. Sono sicura che lo capite.<br /><br />E in seconda battuta, non sta succedendo molto. Abbiamo fatto diversi incontri di gruppo con l'ente che ci è piaciuto di piu' e poi anche diversi colloqui individali (di coppia) con un loro psicologo. Dopo di chè, abbiamo compilato i documenti per dare l'incarico e consegnato il nulla osta.<br /><br />Subito dopo abbiamo compilato i documenti necessari per il Nepal e consegnato di persona.<br /><br />Da Gennaio dovrebbero essere stati gia' consegnati in Nepal.<br /><br />Che dire, si aspetta e si aspetta ancora. Meno male che ci troviamo bene col nostro Ente. Ogni tanto ci scambiamo una email, ecc. Ma sopratutto, meno male che abbiamo gia' un figlio perche' la attessa si prospetta molto lunga...<br /><br />Errata Corrige: avrei dovuto includere questo pezzo quando ho scritto il post sopra:<br /><br /><strong>Notizie dalla BBC datate 4 febbraio 2010 : IL Nepal "dovrebbe sospendere" le adozioni</strong>...<br /><br /><a href="http://news.bbc.co.uk/2/hi/south_asia/8497473.stm">http://news.bbc.co.uk/2/hi/south_asia/8497473.stm</a>Maribeloushttp://www.blogger.com/profile/04825563879464231464noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-5877902100378365893.post-35698282359510390732009-05-16T22:23:00.003+02:002010-03-24T10:12:16.466+01:00Abbiamo scelto l'ente!Immagino che tanti di voi vi siete chiesti se eravamo ancora "vivi".<br /><br />La risposta è si, si solo che siamo andati a visitare diversi enti ed siamo rimasti piuttosto delusi di quello che abbiamo trovato.<br /><br />Siamo andati a 6 incontri con diversi enti con l'idea di tornare in Nepal visto che il nostro figlio è del Nepal. Questa per noi è una scelta molto personale e quindi ci siamo rivolti agli enti che avevano il Nepal tra i loro "canali".<br /><br />Non mi piace parlare male degli enti perchè se andate nei Forum ce ne a valanga di commenti negativi su uno piuttosto che un altro. Alcune situazioni sono state create dai genetori e invece altri sono colpa dell'ente stesso. Conosco abbastanza esempi di entrambi tipi.<br /><br />Comunque tornando a noi, mentre qualche ente ci è apparso aperto e gentile nei nostri confronti, ecc. comunque volevano <em>assolutamente</em> metterci su un altro paese. Siccome anche l'ASL ci ha suggerito di tornare sul Nepal, noi siamo rimasti sorpresi della loro insistenza. Tanto, ci vorrano dei mesi tra altri incontri e il conferimento dell'incarico, magari le cose cambieranno nel frattempo in Nepal.<br /><br />Dall'altra parte abbiamo trovato due enti che, anche se mi sembravano tosti nell'incontro informativo: parlavano ai futuri genitori presenti come se fossero dei deficienti pero' mi davano anche l'idea di essere integri e onesti. Solo che quando abbiamo chiesto un incontro individuale (anche a pagamento) con uno per approffondire, mi hanno detto che avevo capito male che il passo da fare dopo l'incontro informativo era di darli l'incarico. Poi loro ci avrebbero chiamato per incontrare la psicologa che ci valuterebbe. A me sembrava strano e alla fine ho discusso col ente. Dopo parlandone con mio marito, lui mi ha dato ragione, non aveva senso intraprendere una strada cosi' difficile con un ente che si presenta subito poco disponibile. Per via di questa discussione ho deciso di lasciar perdere anche l'altro ente che si era presentato tosto e che ci parlava ai futuri genitori in modo sgarbato. Posso capire che tanti futuri genitori hanno delle pretese esagerate e che non esistono, ma questo è dovuto alla poca o cattiva informazione data loro durante l'iter-adottivo.<br /><br />Comunque sia gli enti non possono dar per scontato che tutti i prospettivi genitori siano uguali.<br /><br />Ero pronta per lasciar perdere quando un'amica mi ha ricordato di un'altro ente e dopo una attesa di diversi mesi siamo andati all'incontro informativo. Anche se l'incontro informativo ci sembrava interminabile (dalle 15 alle 22 senza cena!) è stato l'unico che ci ha lasciato entusiasti. Ci sono sembrati TRASPARENTI che non è una cosa scontata. Non hanno cercato di incantarci con storielle belle ma nemmeno di deprimerci con tutto quello che NON si può fare.<br /><br />Appena finito ci siamo iscriti per l'incontro sucessivo d'approfondimento di 2 gg (a pagamento) e dopo quel weekend ci siamo convinti. Questo ente fa per noi!<br /><br />Sappiamo che la strada è lunga e difficile e quindi vorremmo sentirci accompagnati, non tenuti al buio e a disparte come già successo con la nostra prima adozione, e prevedevo con alcuni degli enti incontrati.<br /><br />Sarò qui a raccontarvi come va questa volta. La nostra bimbetta ci aspetta!Mamma1http://www.blogger.com/profile/16622918205475821029noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-5877902100378365893.post-60687431635926988062009-02-08T21:02:00.002+01:002009-02-08T21:08:10.378+01:00Situazione Nepal<strong>RIAVVIO DELLE PROCEDURE ADOTTIVE IN NEPAL (28-01-2009)</strong><br /><br />Dopo la recente entrata in vigore della nuova normativa in tema di adozioni internazionali, il Nepal ha accreditato tutti gli otto enti italiani che erano già attivi nel Paese prima del blocco intervenuto nel 2007.<br /><br />In vista del riavvio dell'attività, si sono tenute presso la sede della Commissione due riunioni di coordinamento con gli enti autorizzati.<br />In particolare, si è preso atto delle nuove norme nepalese relative a:<br />1) la necessità che ciascun ente disponga nel Paese di una struttura organizzativa (sede, personale) conforme ad uno standard prefissato,<br />2) il versamento di predeterminati importi annuali e per ogni singola procedura,<br />3) il numero dei fascicoli che ogni ente straniero potrà depositare (per il 2009 dieci per ente, con possibili eccezioni nel caso di minori "special needs"),<br />4) la priorità assicurata agli abbinamenti con bambini di età superiore ai dieci anni, seguiti da quelli con bambini di età compresa tra i cinque e i dieci anni, e infine con bambini di età inferiore ai cinque anni.<br />Si è altresì appreso che le Autorità nepalesi, con il coinvolgimento dei rappresentanti in loco degli enti, hanno predisposto alcuni modelli da utilizzare nella presentazione dei documenti, tra i quali è compreso quello relativo alla lettera di garanzia.<br />La Commissione solo in data odierna ha preso visione del nuovo modello, sul quale si auspica non verranno apportate ulteriori modifiche. Si è pertanto proceduto al rilascio delle lettere di garanzia richieste dagli enti.<br />Nelle riunioni di coordinamento sono stati esaminati tutti i possibili costi fissi e procedurali, conseguenti alle citate modifiche normative. Non appena gli enti avranno fatto pervenire tutte le rispettive schede costi, redatte in base alle indicazioni emerse e condivise nel corso delle riunioni, si provvederà a renderle pubbliche.<br />Al fine di consolidare la collaborazione con le autorità nepalesi e approfondire procedure e prospettive, è in corso di preparazione una missione della Commissione in Nepal. <br /><br />La notizia è stata difusa dalla www.commissioneadozioni.it<br />e anche da http://www.namaste-italia.it/NEWS/N1.htmMaribeloushttp://www.blogger.com/profile/04825563879464231464noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5877902100378365893.post-45525892435891800422009-02-07T19:02:00.002+01:002009-02-07T19:04:53.062+01:00AggiornamentiUna mia amica che vorrebbe adottare un bambino Nepalese dagli U.S.A. ha detto che la sua associazione le ha comunicato che il Nepal accetterà solo 10 coppie per ente all'anno.Mamma1http://www.blogger.com/profile/16622918205475821029noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5877902100378365893.post-45212611457820572602009-01-15T18:02:00.003+01:002009-01-15T20:46:51.451+01:00Cosa facciamo?Abbiamo ottenuto il decreto di idoneità, abbiamo visitato diversi enti e ma nessuno ci ha colpito in modo positivo. Siamo un po' perplessi perché dovremmo essere esaltati che il Nepal sia riaperto da poco e che abbiamo il nostro decreto in mano.<br /><br />Tutto fila ma dagli incontri con gli enti ho l'impressione che siano diventati piuttosto aggressivi nei confronti delle coppie. Sono aggressivi e "struzzi" già nei incontri informativi, prima di conoscerci individualmente. Si ha la netta sensazione che li stiamo dando fastidio, ecc. Diversi enti hanno proprio detto "poche coppie ci danno l'incarico" durante l'incontro informativo. Infatti non si capisce se sono "struzzi" apriori perchè la loro esperienza li dice che molte coppie sono difficili, hanno delle aspettative impossibili, ecc., ecc. o pure perché è un Ente difficile.<br /><br />Se non ci vogliono allora cosa ci stanno a fare? Ho chiamato l'ente che ci è piaciuto di più per chiedere un incontro individuale, visto che il primo incontro era con altre 10 coppie ed è durato circa 2 ore dove ha parlato solo la direttrice. Si sono rifiutati di incontrarci ulteriormente o di parlarne al telefono per approffondire alcuni punti. Hanno detto che il passo successivo era inviare la relazione e il decreto di idonietà. Loro lo valutano e in seguito la loro psicologa ci avrebbe chiamato per vedere se acettarci o meno. - <br /><br />Ci sono rimasta male - noi dovremmo scegliere l'ente in base a quello viene detto all'incontro informativo? Quando abbiamo scelto l'ente per la nostra prima adozione, abbiamo fatto sia gli incontri informativi che diversi colloqui individuali con alcuni enti finchè non abbiamo trovato quello con cui ci sentivamo più a nostro agio.<br /><br />Non è una decisione banale, visto che il percorso per portare il futuro figlio a casa é molto lungo, adesso ci dicono dai 2 a 3 anni. E bisogna che ci sia un po' di comprensione da entrambe le parti. Se non sono disposti a incontraci è evidente che la disponibilità non c'è.<br /><br />Insomma come si sceglie un ente in base a praticamente nulla? Dovro' andare sui forum e scovare quelli che se ne parla meno male??<br />Mah, che dellusione.Maribeloushttp://www.blogger.com/profile/04825563879464231464noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-5877902100378365893.post-24549573969198031452008-07-30T14:23:00.003+02:002008-07-30T14:37:07.268+02:00Sensazione di meravigliaL'altro giorno guardavo con stupore il mio figlio, mi meraviglio quanto sia cambiato; le cose che dice, come si esprime, come lui stesso è consapevole che sta diventando grande.<br /><br />Lo vedo come un "piccolo umano", e spesso mi dimentico che è un bambino. Sarà perché ragiona spesso come un grande? Sarà perchè non essendo venuto dalla mia pancia sono più consapevole della sua individualità? O sarà un po' tutte due?<br /><br />Mi rendo conto che ancora mi capita di guardarlo e di sentirmi veramente fortunata: è un bambino splendido che ci ha reso davvero felici! Magari qualcuno là fuori pensarà rilassati è tuo figlio. Lo so che lo è, ma io non vorrei perdere quella sensazione di meraviglia quando lo guardo. Vuol dire che non do nulla per scontato.<br /><br />Mi chiedo se sarà così anche per la seconda figlia/figlio. Qualcuno ha delle esperienze?Maribeloushttp://www.blogger.com/profile/04825563879464231464noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5877902100378365893.post-19715166221828879652008-05-12T10:29:00.003+02:002008-07-30T14:57:16.296+02:00Come si vive l'iter la prima e la seconda voltaSenza altro stiamo vivendo entrambi iter in modo molto diverso.<br /><br />Mentre nel primo eravamo nervosi, ansiosi e pensavamo che il nostro futuro come genitori fossi in mani altrui. Mani che potevano determinare la felicità o infelicità; cosa che ci sembrava davvero incredibile ed ingiusto.<br /><br /><br />La seconda volta siamo arrivati con più serenita, perchè se non ci davano la possibiltà di fare una seconda adozione, noi un figlio c'e la avevamo già. E questo credo che abbia molto contradistinto il nostro atteggiamento con i servizi sociali, il giudice, ecc., ecc.<br /><br />Addirittura ho conosciuto una coppia che hanno fatto il loro primo iter con le stesse persone che hanno seguito me e mio marito e allo stesso tempo. Le nostre impressioni erano totalmente diverse. Sicuramente le coppie che attraversano il primo iter vanno affrontate in un modo diverso ma le domande sono sempre toste, vogliono conoscere i figli già in casa, metteno in dubbio tutte le tue certezze, ecc ecc.<br /><br />Ma in ogni momento io pensavo, se non ci danno l'idoneità, io sono comunque apposto col mio cucciolo. Quindi eravamo più tranquilli e sereni nel discutere come stavano le cose, e discutevamo tranquillamente dubbi e problemi. Forse i servizi sono diventati più soft nei nostri confronti quando hanno incontrato il nostro figlio e hanno acertato che stava davvero bene e che era davvero felice. Loro osservano e sanno distinguere un bimbo davvero sereno da uno che finge.<br /><br />Ovvio che le coppie che ancora devono adottare non hanno nulla per far conoscere come saranno come genitori.<br /><br />Finalmente, mentre la prima volta vedevo l'iter come una grande imposizione, la seconda volta, forse perchè sono già mamma, capisco e sostengo l'importanza di assicurarsi che solo coppie davvero convinte e sensibili diventino genitori.<br /><br />Purtroppo l'Emilia-Romagna ha una altissima percentuale di bambini adottivi RIABBANDONATI. Una cosa davvero racapricciante. E quindi i servizi fanno di tutto per "filtrare meglio le coppie" per evitare questa terribile esperienza ai bambini.Maribeloushttp://www.blogger.com/profile/04825563879464231464noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5877902100378365893.post-77361678602767471672008-05-12T10:18:00.003+02:002008-10-02T12:59:11.031+02:00Buona Festa della MammaPrima pensavo che la festa della Mamma era una festa fatta apposta per vendere regali e la vivevo con una cosa forzata. Adesso che sono Mamma, è un'occasione (nel caso mancassero) per ricordare quanto sono fortunata di avere un bambino così adorabile.<br /><br />Quella sera mentre ci preparavamo per andare a letto il mio figliolo mi chiesse,<br />- "Mamma, ti è piaciuto il regalo che ti abbiamo fatto?"<br />- "Moltissimo", li risposse.<br />- "Io so una cosa che ti sarebbe piaciuto di più!"<br />Io lo guardai incuriosita e lui aggiunse:<br />"e se io e Papi organizzavamo di andare in Nepal per prendere un altro figlio?"Maribeloushttp://www.blogger.com/profile/04825563879464231464noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5877902100378365893.post-12285098939821396472008-05-12T10:10:00.003+02:002008-10-02T12:58:03.134+02:00Abbiamo "prenotato" la sorellinaIl giorno della visita domiciliare sono andata a prendere mio figlio dopo il suo pranzo a scuola. Le operatrici dell'USL lo volevano conoscere. Il giorno dopo a scuola, diversi genitori dei compagni del nostro figlio, ci hanno chiesto,<br />- Ma che cosa ci fate qui? Non dovevate essere in Nepal?<br />- E io, in Nepal? Come in Nepal?<br />- Sì, il tuo figlio ha detto al mio che eravate partiti per il Nepal per prendere la sorellina.<br />- No, no. Si sarà spiegato male, l'altro giorno l'ho ritirato presto dalla scuola per farli incontrare l'assistente sociale e psichiatra infantile ma ancora siamo ben lontani da andare in Nepal.<br /><br />E il miglior amico del mio figlio aggiunse: <em>Io l'avevo capito che non eravate partiti per il Nepal. Avete solo prenotato la sorellina!</em>Maribeloushttp://www.blogger.com/profile/04825563879464231464noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5877902100378365893.post-68661185328495575172008-05-05T21:54:00.002+02:002008-05-05T21:59:28.574+02:00L'Iter per la seconda adozioneTanti ci hanno detto, “sicuramente la seconda adozione andrà più veloce perchè avete già adottato”. O “una volta constatata la buona integrazione del primo figlio vi daranno il nulla osta subito”. E anche “siete stati così bravi, vedrete che vi danno l’ok subito”. Beh, non è stato proprio così.<br /><br />Certo, nell’iter della seconda adozione non bisogna ricostruire la storia della coppia, però bisogna rivedere la storia della “famiglia” (prima era una coppia, ora è diventata una famiglia). Cioè, come sono andate le cose col primo figlio adottivo. L’assistente sociale e la psicologa vorrebbero constatare che il bimbo stia bene su tutti i piani, emotivamente, socialmente, ecc. Che la sua individualità sia rispettata e che non succeda come in alcune famiglie adottive che il suo passato e/o paese natale vengono cancellati dalla memoria della nuova famiglia.<br /><br />Perché tutta questa attenzione pure degli operatori alla seconda adozione? Perché in Emilia Romagna, ci dicono gli operatori, invece di fare il primo anno di post adozione per il secondo figlio loro si trovano a dare assistenza a un primo figlio adottivo in crisi.<br /><br />Infatti, quelli del Centro per le Famiglie ci hanno subito avvertito che non ci sarebbero stati sconti di nessun tipo e anzi, ci hanno raccontato di un caso in cui la seconda adozione è stata negata a una famiglia con primo figlio adottivo; è saltato fuori che il bimbo non era ancora ben inserito né ben accettato dai propri genitori. Si trattava di cose quasi impercettibili ma che non sono scappati all’occhio attento di chi è di mestiere.<br /><br />Altre domande fatte a noi sono state, come reagirà il primo figlio a un nuovo arrivato? Non dobbiamo dimenticare che lui è arrivato primo e che un nuovo arrivo potrebbe sconvolgere tutta la sicurezza e serenità guadagnata.<br /><br />Se fosse dello stesso sesso, quali potrebbero essere alcuni scenari dei rapporti tra i due figli? Se fosse dello sesso opposto? Se la differenza di età fosse poca (2-3 anni?) e se invece fosse più grande e il secondo figlio ha 4 anni o meno? Quale di questi scenari potrebbero far stare male al nostro primo figlio?<br /><br />Bisogna immaginare sia i scenari positivi che quelli negativi. Siamo pronti come genitori ad affrontare le difficoltà che sorgeranno? Siamo pronti ad affrontare due bambini in difficoltà?<br /><br />Diamo per scontato che il primo figlio si è già inserito ed è apposto ed ora si aggiunge un altro senza immaginare cosa andiamo a sconvolgere nel primo figlio. C’è chi pensa che sia normale che il primo figlio vada in crisi, tanto tutti i “primi” vanno in crisi. Di sicuro una piccola parte della “crisi” del primo figlio adottivo è normale tra tutti i figli ma un secondo figlio mette in crisi in modo diverso il figlio adottivo. E’ una cosa piuttosto complessa e di sicuro non trascurabile.Maribeloushttp://www.blogger.com/profile/04825563879464231464noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-5877902100378365893.post-20243164607169357632008-04-14T15:52:00.004+02:002008-05-05T21:53:31.360+02:00Ci Sono NovitàGentili lettori e lettrici,<br />scusate tantissimo la nostra assenza, e la mia in particolare. Dall'ultimo post abbiamo iniziato e finito l'iter e mi rendo conto di aver tenuto il respiro tutto questo tempo - come se non ossasi dire nulla per evitare sfortune.<br /><br />Abbiamo finito l'iter la settimana scorsa e adesso dobbiamo fare alcuni documenti mentre aspettiamo di ricevere un documento dai servizi per poi andare in Tribunale.<br /><br />Quindi man mano nelle prossime settimane vi raccontero' nei dettagli com'è andata. Ma per non ternervi in sospeso vi dico subito che è andata bene e i servizi sono d'accordo di darci la possibilità di fare una seconda adozione.<br /><br />Che sollievo! Sì, perchè non dò nulla per scontato!<br />a prestoMaribeloushttp://www.blogger.com/profile/04825563879464231464noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5877902100378365893.post-52121858223429638792008-01-24T09:34:00.000+01:002008-01-24T09:37:58.239+01:00Si parte!Si parte in due sensi: <strong><em>riparte il blog</em></strong> dopo una bella pausa e <strong><em>si inizia l'avventura dell'iter adottivo!</em></strong><br /><strong><em></em></strong><br />Ci hanno chiamato l'altro giorno per fissare un'appuntamento per fare un colloquio per iniziare l'iter. <br /><br />Vi terro' aggiornati.Maribeloushttp://www.blogger.com/profile/04825563879464231464noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5877902100378365893.post-14261552865682183032007-12-24T15:06:00.000+01:002007-12-24T15:22:52.017+01:00Il più bel regalo di Natale<a href="http://1.bp.blogspot.com/_KotC7Hx4iQ0/R2-9VlFhReI/AAAAAAAAAG8/8pJjQbvId6o/s1600-h/christmas_tree.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5147541077537932770" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; CURSOR: hand; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://1.bp.blogspot.com/_KotC7Hx4iQ0/R2-9VlFhReI/AAAAAAAAAG8/8pJjQbvId6o/s200/christmas_tree.jpg" border="0" /></a><br /><div>Quando mi chiedono cosa vorresti per Natale; io sono solita a rispondere, nulla, quello che voglio c'è l'ho, grazie.</div><div> </div><div> </div><div></div><div></div><div></div><div>Sì, perchè quel Natale sei arrivato tu. E quella mattina, dopo che hai scartato i tuoi regali, il Babbo ci ha fatto delle foto e mi e' venuto naturale metterti un fiocco sulla tua testina. Perchè tu eri il mio regalo di Natale.</div><div> </div><div> </div><div></div><div></div><div></div><div>E da allora, ogni Natale ricordo quella mattina. Ci ho pensato ma non c'è nulla che possa uguagliare quella sensazione così forte e bella di avere il mio figlio, tanto desiderato, tra le braccia. </div><div> </div><div> </div><div></div><div></div><div></div><div>Spero che anche le vostre feste siano piene di bei ricordi. Buone feste a tutti!</div><div> </div><div> </div><div></div><div></div><div></div><div></div><div><span style="font-size:78%;">Si ringrazia </span><a href="http://www.ndesign-studio.com/resources/tutorials/christmas-tree/"><span style="font-size:78%;">ndesign studio </span></a><span style="font-size:78%;">per l'immagine.</span> </div>Maribeloushttp://www.blogger.com/profile/04825563879464231464noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5877902100378365893.post-13800230763456402562007-11-29T09:09:00.000+01:002007-12-10T11:50:46.636+01:00Bambini e Famiglie nel post-adozioneIl martedì 27 novembre scorso si e' tenuto un seminario regionale nella sede della Regione Emilia Romagna su "Bambini e famiglie nel post-adozione: per una offerta integrata di interventi e servizi".<br /><br />Nel corso del seminario sono state affrontate le problematiche della post-adozione presentando varie esperienze di sostegno ai genitori adottivi e ai loro figli tra cui: le consulenze familiari, i supporti psicologici e psicoterapeutici con i bambini adottati, la prospettiva interculturale nell´adozione internazionale e le collaborazioni tra i Servizi per le adozioni e i Servizi educativo-scolastici. Si è parlato delle paure degli bambini ma anche quelle dei genitori.<br /><br />Inanzitutto mi e' sembrato un gruppo propositivo. Chi rappresentava i servizi per le famiglie cercava di dare di piu', venendo incontro alle richieste dei genitori. E concordo con la conclusione della Dott.ssa Patrizia Forlini, assistente sociale e rappresentante del Gruppo tecnico di Parma, alla fine del secondo modulo è stato davvero "bello sentire l'impegno tra genitori e servizi."<br /><br />Belle sono state le testimonianze dei genitori adottivi che partecipavano ai gruppi di sostegno. Diversi hanno condiviso li ha dato e cosa significa il gruppo di sostegno per loro.<br /><br />Esperienze e parole che condivido al 100% perche' il nostro gruppo di famiglie con figli Nepalesi pur essendoci formato in modo spontaneo, funge come gruppo di sostegno. Infatti la Dott.ssa Buffa ha aggiunto un commento che ribadisce l'importanza di tutti i gruppi (e anche del nostro gruppo Nepalese seppur non ci conosce): "il fatto che siano tutti adottati dallo stesso paese e che siano dello stesso colore ha un importante valore di identificazione per i bambini".<br /><br />In effetti lo sapevo già, perche' circa un anno fa' uno dei "nostri" bambini mentre salutava allegramente i suoi amici nepalesi ha esclamato: "Oggi siamo tutti marroni!"<br /><br /><br /><a href="http://1.bp.blogspot.com/_pvnDJxLsV94/R05-oJTMsuI/AAAAAAAAABE/2QKQ78Xpswg/s1600-h/lago.gif"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5138183453032624866" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; CURSOR: hand; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://1.bp.blogspot.com/_pvnDJxLsV94/R05-oJTMsuI/AAAAAAAAABE/2QKQ78Xpswg/s320/lago.gif" border="0" /></a><br /><br />Nei prossimi post vi inseriro' dei pezzetti degli interventi, tutti validi ed interessanti.Mamma1http://www.blogger.com/profile/16622918205475821029noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5877902100378365893.post-13594468610929827372007-11-06T11:43:00.000+01:002007-11-06T11:57:24.086+01:00Riduzione dei fondi destinati alla ricerca scientificaCari amici,<br /><br />vi chiedo gentilmente di aderire a questa iniziativa per poter annullare questa ignobile proposta che va a discapito della ricerca scientifica atta a scoprire nuove soluzioni per poter debellare molte malattie e che coinvolgono i nostri figli.<br /><br />Il 5 per 1000 si e` dimostrato un’opportunita` fondamentale per accelerare il raggiungimento dei nostri obiettivi scientifici ed umanitari. Purtroppo questa opportunita` rischia di subire una forte “menomazione”.<br /><br />Infelice novita` di questi giorni e` l’ipotesi di fissare per l’anno in corso un tetto massimo di 100 milioni di euro: circa un quarto dell’ammontare previsto (360 milioni di euro).<br /><br />Per questa ragione vi proponiamo di aderire all’iniziativa lanciata da Sole 24 ore, dal settimanale Vita e da molte organizzazioni di volontariato e di sostegno alla ricerca, invitandovi a sottoscrivere l’appello affinche` il Governo non ponga limitazioni a questo importante strumento di sostegno alla ricerca e quindi allo sviluppo del Paese.<br /><br /><strong>Ricordiamo la necessita` di una pronta adesione.</strong> <br /><br />Le modalita` di adesione sono reperibili dall’indirizzo: <br /><a href="http://web.vita.it/ap/alziamoiltetto/">http://web.vita.it/ap/alziamoiltetto/</a>Maribeloushttp://www.blogger.com/profile/04825563879464231464noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5877902100378365893.post-50513592643230757082007-11-01T15:50:00.000+01:002007-11-01T16:04:00.576+01:00L'amore non ha prezzo<a href="http://1.bp.blogspot.com/_pvnDJxLsV94/RynoHbNoS9I/AAAAAAAAAA8/dmlYKTkuo5g/s1600-h/logo+NO+Price.gif"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5127884864999672786" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; CURSOR: hand; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://1.bp.blogspot.com/_pvnDJxLsV94/RynoHbNoS9I/AAAAAAAAAA8/dmlYKTkuo5g/s320/logo+NO+Price.gif" border="0" /></a><br /><div>In questo "post" vi riporto pari pari il testo dal sito <a href="http://www.nopriceforchildren.org/campagna/home">No Price For Children</a>. Siamo pienamente d'accordo e vi invitiamo a firmare la petizione.<br /></div><div></div><div></div><div><span style="color:#ffff33;">Nel mondo milioni di bambini abbandonati attendono una famiglia. In Italia migliaia di famiglie sono aperte alla loro accoglienza, ma ancora oggi devono sostenere ingenti costi che fanno dell’Adozione Internazionale un affare solo per pochi abbienti.</span></div><div><br /><span style="font-size:130%;color:#ffff33;"><strong>Non c'è prezzo per l’amore. </strong></span></div><div><span style="font-size:130%;"><span style="color:#ffff33;"><strong>Non ci deve essere un prezzo per un bambino.</strong> </span></span></div><div><span style="font-size:130%;"><br /></span><span style="color:#ffff33;"><strong>NO PRICE FOR CHILDREN</strong> è la campagna che mira ad introdurre nella Legge Finanziaria 2008 norme sull'adozione internazionale </span></div><ul><li><span style="color:#ffff33;">per <strong>renderla veramente gratuita</strong> come quella nazionale </span></li><li><span style="color:#ffff33;">per <strong>semplificarne le procedure fiscali</strong> </span></li><li><span style="color:#ffff33;">per <strong>aiutare i bambini orfani</strong> con progetti di solidarietà<br />nei loro Paesi d’origine </span></li><li><span style="color:#ffff33;">per <strong>sostenere le organizzazioni</strong> non profit nell'essere presenti con efficacia al fianco dell’infanzia che soffre. </span></li></ul><div>Potete firmare la petizione sul sito di <a href="http://www.nopriceforchildren.org/campagna/home">No Price For Children</a> </div>Mamma1http://www.blogger.com/profile/16622918205475821029noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5877902100378365893.post-33122622608336160912007-10-24T12:18:00.000+02:002007-10-24T12:40:31.461+02:00Guida per l'insegnante all'adozione<a href="http://3.bp.blogspot.com/_KotC7Hx4iQ0/Rx8gEKAlONI/AAAAAAAAAGk/ZpEmJStfKOY/s1600-h/School_2.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5124850156749273298" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; CURSOR: hand" alt="" src="http://3.bp.blogspot.com/_KotC7Hx4iQ0/Rx8gEKAlONI/AAAAAAAAAGk/ZpEmJStfKOY/s200/School_2.jpg" border="0" /></a> Vorrei segnalarvi questa guida <em>online</em> per l'insegnante su come affrontare l'adozione in classe. Mi pare che sia molto chiaro e ben fatto.<br /><br />Leggetelo ma sopratutto, <em>stampatelo e portatelo alle maestre di vostri figli.</em><br /><br />Ecco il link <a href="http://www.familyhelper.net/ad/guidainsegna.html">http://www.familyhelper.net/ad/guidainsegna.html</a> (che ho anche inserito tra i Consigli di Lettura)<br /><br />Ed eccovi un'anteprima:<br /><br /><div><blockquote><p>L'ultima cosa che desiderate fare e' escludere deliberatamente uno studente da una discussione in classe, o da un progetto da realizzare, eppure un compito mal concepito puo' avere proprio queste conseguenze.<br />Alcuni compiti a casa si basano su una visione della famiglia che da' per scontato che tutti i ragazzi vivono con mamma e papà in un mondo senza divorzio o adozione o storia personale travagliata. In breve, sono deviati dal pregiudizio contro il figlio di una famiglia non tradizionale (vedere Modulo 1).<br />Di solito non potete lasciar perdere il compito, ne' fare eccezione per studenti che sono " casi speciali.". Nondimeno potete ancora raggiungere l'obbiettivo educativo desiderato, per tutti gli alunni della classe, ampliando il compito al riconoscimento della diversità dei nuclei familiari. Ecco qualche suggerimento.<br /><br /><span style="color:#ccccff;"><strong>Albero genealogico</strong><br /></span><strong><em>Compito:</em></strong> Disegnate il vostro albero genealogico.<br /><br /><em><strong>Deviazione:</strong></em> questo albero da per scontato che i bambini vivono con le loro famiglie d'origine, o che conoscano le loro radici familiari. Il consueto albero genealogico prestampato non accoglie le diverse strutture familiari -- spazi vuoti per una famiglia con una madre e un padre, ma nessuno spazio per figli adottati o famiglie adottive o altre configurazioni. I figli di tali famiglie sono fatti sentire diversi.<br /><br /><strong><em>Raggiungere l'obiettivo:</em></strong> Gli insegnanti che hanno riformulato il diagramma tradizionale dell'albero per accogliere nuove forme di famiglia, hanno prodotto Cespugli Genealogici, Foreste Familiari, Pioppi Genealogici, Alberi dell'Amore (con i frutti a forma di cuore), Albero Affettivo, Alberi Radicati (gli antenati di nascita sono radici, i rami sono adottivi o patrigno o matrigna), e Cespuglio di Peonia (crescono fianco a fianco).<br /><br />Oppure potreste abbandonare la metafora dell'albero e provare la Ruota dell'io (bambino al centro, parenti intorno in circoli raggruppati) o La Mia Casa (schema della casa con la gente all'interno) o un diagramma con simboli per le persone e linee che mostrano le relazioni. Chiedete ai bambini di fare liberamente in gruppo (brainstorming) una lista di differenti tipi di famiglia; offrite una varietà di "alberi", o fate inventare a loro stessi il loro diagramma. Fatelo diventare un progetto innovativo -- fate fare agli alunni il ritratto della famiglia e che significa per loro, in disegni, pittura, o scultura. Usate i lavori finiti per far partire la discussione sui tipi di famiglie e sui differenti modi in cui sono formate.<br /><br />Dedicate uguale spazio a tutti i tipi di famiglia -- evidenziate che, in tutto il mondo, pochi bambini crescono in famiglie nucleari. Comprendete famiglie estese, adottive, con figli di un partner, e di un solo genitore.<br /><br />Questi obiettivi possono introdurre parole e relazioni; per imparare il vostro posto<br />nella famiglia, e la storia familiare; o per studiare da dove sono arrivati i vostri antenati. Potreste dover ricercare altri modi di raggiungere gli stessi obiettivi. Eppure, il compito sull'albero genealogico non ha bisogno d'essere evitato -- e' un opportunità per una lezione sulla crescita della famiglia. </p></blockquote><br />Ci sono altri esempi e altri argomenti che riguardano i figli adottivi o che comunque vivono in una famiglia non-tradizionale. Ditemi cosa ne pensate. </div>Maribeloushttp://www.blogger.com/profile/04825563879464231464noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5877902100378365893.post-8472324224666086152007-10-24T10:33:00.000+02:002007-10-24T12:01:33.084+02:00Forza Nepal!<a href="http://2.bp.blogspot.com/_pvnDJxLsV94/Rx8DmlcansI/AAAAAAAAAA0/ZI5X6-B1wyo/s1600-h/Nepal.gif"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5124818862392123074" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; CURSOR: hand; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://2.bp.blogspot.com/_pvnDJxLsV94/Rx8DmlcansI/AAAAAAAAAA0/ZI5X6-B1wyo/s400/Nepal.gif" border="0" /></a><br /><br />Alcuni giorni fà il mio figlio mi disse:<br /><strong>"Mamma, ti immagini se il Nepal avesse la sua squadra di calcio?" </strong>e poi, senza aspettare una mia risposta aggiunse <strong>"Forza Nepal! Forza il paese dove sono nato!"</strong><br /><br />Mi è venuto un brivido perchè era la prima volta che lui esprimeva un parere deciso e positivo sul suo paese natale.<br />Ho sorriso e risposto con un <strong>"Forza Nepal! Forza Nepal!"</strong>Mamma1http://www.blogger.com/profile/16622918205475821029noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5877902100378365893.post-78127584749689554612007-10-19T10:25:00.000+02:002007-10-24T11:43:32.339+02:00E se a rifiutare il paese natale, fosse proprio il nostro figlio?<a href="http://4.bp.blogspot.com/_KotC7Hx4iQ0/RxhxNKAlOKI/AAAAAAAAAGM/kvgkjRe6nfg/s1600-h/copyright2007Agullo2+copia.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5122969046972971170" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; CURSOR: hand; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://4.bp.blogspot.com/_KotC7Hx4iQ0/RxhxNKAlOKI/AAAAAAAAAGM/kvgkjRe6nfg/s320/copyright2007Agullo2+copia.jpg" border="0" /></a> Abbiamo portato coperte, disegni, cd di musica e bandiere. Una volta a casa abbiamo preparato un fotoalbum con tutte le foto di quando siamo andati a prenderlo. Foto del paese, della gente e anche quelle del nostro incontro e dei primi giorni insieme. Abbiamo guardato le foto insieme diverse volte e non ostante ciò, può capitare che un bimbo (o bimba) di colpo rifiuti il suo paese d'origine e tutto ciò che a che fare con esso. <div></div><br /><div>Non vuole più parlare la lingua madre con altri bambini della stessa lingua madre oppure non vuole più incontrare gli amichetti che erano con lui in Istituto. Non vuole più guardare le foto o video; in breve sembra di voler cancellare il suo paese natale dalla faccia della terra.</div><p></p><div>Come ci dobbiamo comportare? <p></p>Inanzitutto direi che il rifiuto del paese natale è del tutto normale visto che in questo paese ha vissuto momenti molto dolorosi. E quindi normale che voglia chiudere col passato e pensare solo al futuro. Ma il suo paese natale ha tante cose positive ed è comunque parte di lui, fa parte della sua storia e primo poi tornerà a interessarsi al suo paese.</div><div></div><br /><p></p>L'unico suggerimento che mi sento di dare è di non mollare perchè si tratta di una fase. Continuate a tenere il fotoalbum e libri a portata di mano (e alla sua altezza). Chiedeteli se li va di ascoltare un po' di musica del suo paese e poi mettetela (se è d'accordo). E' importante non imporgli nulla ma <em><strong>neanche prendere il suo rifiuto come una cosa definitiva e per sempre</strong>.</em> Cercate di riprovare e riproporre.<br /><div>Nel nostro caso, ogni volta che guardavamo i video dei nostri viaggi in TV, il nostro figlio andava e dava pugni al bambino (lui) che appariva sulla TV. Ripeteva: caca, brutto! Questo atteggiamento continuò per qualche anno, ma questo non ci fece mettere via i video. L'unico accorgimento era di non fare vedere i video ad altri perchè era chiaro che se ne vergognava e si sarebbe sentito tradito se lo avessimo fatto vedere ad altri. Grazie a un lungo lavoro sulla sua autostima, adesso guarda i video con serenità e osserva cose nei video oltre se stesso.</div><br /><p></p>Figli adottivi, volete intervenire e raccontarvi?Maribeloushttp://www.blogger.com/profile/04825563879464231464noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5877902100378365893.post-81497537226791955292007-10-11T10:02:00.000+02:002007-10-11T10:25:23.246+02:00I piedi in due scarpe.<span style="font-size:78%;color:#ff9900;"></span><a href="http://4.bp.blogspot.com/_pvnDJxLsV94/Rw3dylcanrI/AAAAAAAAAAs/RJkzyHV2p6o/s1600-h/Scarpe.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5119992212504616626" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; CURSOR: hand; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://4.bp.blogspot.com/_pvnDJxLsV94/Rw3dylcanrI/AAAAAAAAAAs/RJkzyHV2p6o/s400/Scarpe.jpg" border="0" /></a><br /><div>Un modo di dire ed un arte del tutto Italiana quella di tenere i piedi in due scarpe, noi Italiani siamo bravissimi a farlo in tantissimi settori della nostra vita. Diventa più difficile farlo quando i piedi bisogna tenerli in due culture, quando alla scarpa elegante nel piede sinistro si deve appaiare l’infradito nel destro, quando alla cultura Italiana bisogna affiancare quella del paese da cui viene nostro figlio, il paese d’adozione, in questo siamo meno bravi, convinti dal sentircelo dire a destra e a manca, che il nostro stile di vita è il migliore nel mondo. Esistono casi estremi, in cui addirittura la cultura del paese d’adozione viene dimenticata o annullata, i motivi possono essere tanti, mancanza di risorse, di interesse, di tempo, si può anche non sapere come agire con il senso di sofferenza che nostro figlio può avere con il suo paese e la sua storia, quindi si cancella, ma dimenticare, cancellare è impossibile, quindi in realtà non si fa altro che rimandare un problema che potrebbe ingrandirsi con il tempo.<br />Abbiamo bisogno del vostro contributo, raccontateci come fate, come tenete i piedi nelle due scarpe culturali.</div><br /><div><span style="font-size:78%;">Contributo di Papà 1</span></div>Maribeloushttp://www.blogger.com/profile/04825563879464231464noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-5877902100378365893.post-66998130757231537852007-10-08T15:38:00.000+02:002007-10-19T10:18:15.901+02:00Da Microsoft al Nepal<span style="color:#99ff99;">Oggi vi riporto un bel articolo apparso un paio di settimane fà su La Repubblica. Nel caso che fosse spostato all’interno del quotidiano ve lo ripropongo per intero sotto. Parla di quanto abbia colpito la povertà in Nepal a John Wood, il numero due di Microsoft in Asia. Un viaggio in Nepal, dove la povertà è talmente rampante che non ci sono nemmeno i libri nelle scuole, le ha cambiato la vita e la sua prospettiva. E adesso John Wood raccoglie fondi per l'infanzia.<br /></span><br /><strong>"Ho detto no a Bill Gates per i poveri dell'Himalaya"</strong><br />dal corrispondente La Repubblica: ANDREA TARQUINI<br /><br />BERLINO - Dalla stanza di comando di Microsoft alle misere scuole senza libri in Nepal o in Indocina, dai piani alti del top dell'economia postmoderna al dramma quotidiano del Terzo mondo. La conversione alla pietà e alla filantropia, oggi, trova per caso la sua via di Damasco. Senza pensare a San Paolo, John Wood era ai vertici del successo quando ha scelto l'addio al potere e alla ricchezza. Ha creato e guida Room to read, un'organizzazione non governativa che con un'efficienza da multinazionale raccoglie fondi per biblioteche per l'infanzia, scuole, libri, computer.<br /><br />Aiuto ai bimbi nei paesi più poveri della Terra. E specialmente aiuto alle bambine, le più discriminate: bimbe, ragazze e donne sono due terzi degli analfabeti. Con un sito per contatti, donazioni e informazioni: www. roomtoread. org In Italia sta per lanciare le sue iniziative a Milano. Qui a Berlino è venuto a presentare "Von Microsoft in den Himalaya", "Da Microsoft all'Himalaya" (editoriale Murmann), il libro in cui si confessa. Lo abbiamo incontrato, ecco il suo racconto.<br /><br />"A soli 35 anni ero il numero due di Microsoft in Cina e in tutto l'Estremo oriente, il mercato decisivo. Avevo un lavoro splendidamente pagato, la carta di credito illimitata, prospettive di carriera senza limiti", dice sorridendo a un passo dalla Porta di Brandeburgo. Quarantatre anni ben portati, eleganza casual da tipico giovane 'wasp' (bianco, anglosassone, protestante) vincente, l'accento tra il californiano e l'australiano che tradisce gli anni di lavoro nell'Asia-Pacifico, nuova locomotiva del mondo.<br /><br />"Dopo anni di superlavoro senza sosta cercai vacanze estreme. Anche noi guerrieri invincibili di Bill Gates dovevamo rigenerarci. Arrivai a piedi a Bahundanda, un povero villaggio del Nepal. Lassù vicino al 'tetto del mondò ebbi l'incontro che cambiò la mia vita".<br /><br />Fiero quasi ancora come un manager davanti agli azionisti, Wood mi mostra i depliant del suo nuovo orgoglio, il decollo di Room to read in pochi anni: trecento nuove scuole costruite, con operai e gente del posto, 4000 biblioteche, due milioni di libri per l'infanzia in lingue locali distribuiti gratis più un milione e mezzo di libri in inglese, 150 laboratori con computer per l'allaccio al mondo online di oggi, tremila programmi in aiuto a bambine e ragazze per strapparle a miseria, analfabetismo e oppressione sessista.<br /><br /><p><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5122958541482965122" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; CURSOR: hand; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="http://2.bp.blogspot.com/_KotC7Hx4iQ0/RxhnpqAlOII/AAAAAAAAAF8/OaNyDMYfzV8/s320/logo.gif" border="0" />Wood continua a narrare: "Lassù conobbi mister Pasupathi, amministratore di tutte le scuole di montagna del posto. Diventammo amici, mi mostrò la scuola principale: quasi niente banchi né sedie, e una stanza chiamata biblioteca, ma senza libri in vista. Solo un armadio chiuso a chiave. "Là sono i miei pochi tesori, venti libri per centinaia di bimbi e ragazzi", mi disse il preside. Poi mi sorrise: "Chi sa, forse lei un giorno tornerà qui portandomi qualche libro. O forse ci dimenticherà"".<br /><br />Wood tornò al lavoro con la testa in subbuglio. Cominciò a documentarsi online, apprese cifre da trauma: quasi 800 milioni di analfabeti nel mondo, di cui un terzo donne e bambine. 115 milioni di bimbi che non hanno alcuna speranza di cominciare mai la scuola. "Solo istruendoti hai possibilità di andare avanti", dice. "Era stato così anche per me: papà fu il primo in famiglia a entrare in college, io seguii il suo esempio ed ero arrivato al vertice di Microsoft. Cominciai a cambiare dentro, a sentire altri interessi, altre priorità: quei bambini senza libri né scuola divennero per me più importanti del successo dell'azienda e mio personale. Cominciai tentando con la filantropia part-time, poi capii che non funzionava: o i bambini poveri o la multinazionale. Iniziò il bracco di ferro con Microsoft. Non seppero capire la mia nuova esigenza. Non volevano perdermi, erano ostinati a tenermi a ogni costo, mi offrirono ogni vantaggio. Dissi no: della mia vita decido io, non la negozio con voi. Non c'era spazio per compromessi. Lasciai l'azienda".<br /><br />L'inizio fu improvvisato: Wood sfruttò tutte le sue conoscenze nel mondo online. Scrisse una e-mail circolare a tutti i colleghi e amici nel mondo, chiedendo fondi, donazioni, aiuti. All'inizio, chiese solo libri di scuola per il maestro nepalese. Come indirizzo di recapito, diede la casa paterna: "Dopo poche settimane, papà mi raggiunse da qualche parte in Asia sul cellulare, mi chiese cosa doveva fare: i libri arrivati per posta avevano già riempito tutto il garage di casa. Forse quella e-mail circolare è ancora in giro nella rete".<br /><br />Fu anche un inizio duro, di rinunce. Addio allo stipendio da sogno, alla carta di credito illimitata, a tutti i fringe-benefits immaginabili, all'auto nuova ogni sei mesi. "Oggi vivo con circa il 20 per cento di quanto guadagnavo prima della mia svolta, va bene così. Rimpiango poco o nulla, mi va benissimo non cambiare più auto di lusso ogni pochi mesi, e invece guidare ancora la mia vecchia Audi finché non cadrà a pezzi. Non sono queste le cose essenziali nella vita".<br /><br />Forse qualcos'altro era meno irrinunciabile nella vita di prima della conversione alla carità, ma John Wood dovette voltarle le spalle. La sua girlfriend era la giovane Sophie, ai vertici dell'economia anche lei. Lui gli spiegò la sua scelta, a poco a poco cessarono di frequentarsi.<br /><br />"Gli inizi furono duri", narra ancora Wood. "Ci furono momenti di disperazione, la tentazione di mollare tutto e ammettere il fallimento, come un'azienda nuova che va in bancarotta. All'inizio, nessuno ci credeva, nessuno o quasi donava denaro. Il mio primo viaggio in Nepal lo feci sul dorso di un bue yak carico di pacchi di libri per mr. Pasupathi e le sue scuole. Poi imparammo a organizzarci. Una strategia chiara, su due binari: la carità con l'energia di Madre Teresa di Calcutta, l'efficienza organizzativa ai livelli delle migliori multinazionali, con 150 impiegati retribuiti e un migliaio di volontari sparsi nel mondo povero. Dovevamo mettere a fuoco gli obiettivi prioritari e crescere, crescere senza sosta, per garantire più aiuti. E crescere cercando di suscitare forze sul posto: tutti i libri per l'infanzia in lingua locale li abbiamo fatti scrivere da artisti locali scovati dai nostri volontari, le scuole le facevamo costruire dai locali".<br /><br />Adesso siamo più conosciuti, è più facile raccogliere fondi di beneficienza, dice Wood soddisfatto come un supermanager i cui titoli volino a Wall Street. "Dai 50mila dollari annui di offerte l'anno degli inizi siamo passati a una media di 50mila al giorno nel 2007". Ormai l'ex supermanager di Microsoft è una star mondiale nel mondo della carità, la Cnn e il Wall Street Journal, Newsweek e il Financial Times parlano di lui. Le tappe a Berlino e prossimamente a Milano sono nuovi passi, "per quei bambini a cui voglio provare a dare un futuro: 1,3 milioni oggi, dieci milioni nei miei obiettivi entro il 2020. L'istruzione dà chances di una vita migliore più di ogni altra cosa. Per i bimbi, e soprattutto per ragazze e donne".<br /><br />La caccia alle donazioni prosegue senza sosta: qui in Mitteleuropa Wood ha convinto Deutsche Bank e il colosso dell'energia Vattenfall, grandi banche come gli svizzeri di Ubs e piccole aziende berlinesi come quella di una creatrice di moda per bambini, la Andrea Ziegfeld GmbH. "E'un impegno duro, ma nulla mi dà più gioia di certi segnali, come la e-mail d'un bambino che mi è arrivata da un povero villaggio vietnamita dove abbiamo portato dei computer. "Mister Wood, grazie per questa macchina dentro cui è nascosto il mondo d'oggi"".<br /><br />da <a href="http://www.repubblica.it/2007/09/sezioni/esteri/john-wood/john-wood/john-wood.html">http://www.repubblica.it/2007/09/sezioni/esteri/john-wood/john-wood/john-wood.html</a><br />(24 settembre 2007)<br /><br /><span style="color:#99ff99;">Non tutti possiamo mollare tutto e andare a vivere all’estero però certamente possiamo apoggiare iniziative come queste, ecco quindi che vi propongo di inviare una donazione a questa ottima iniziativa. Potete visitare il sito </span><a href="http://www.roomtoread.org/index.html"><span style="color:#99ff99;">http://www.roomtoread.org/index.html</span></a><span style="color:#99ff99;"> e contattare John Wood tramite il suo sito.</span></p><p><span style="color:#99ff99;">Grazie dell'attenzione.</span></p>Mamma1http://www.blogger.com/profile/16622918205475821029noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5877902100378365893.post-57778323094257056562007-10-02T11:50:00.001+02:002007-10-03T20:09:14.347+02:00Una grande famiglia adottivaDurante le ferie capita di visitare posti diversi e spesso incontriamo nuovi amici con cui subito si stabilisce un legame. Due anni fà incontrammo una coppia durante una passeggiata in Alto Adige. Avevamo notato che ci guardavano e poco dopo si sono avvicinati con: "Salve, vediamo che anche voi avete intrapreso questa avventura chiamata adozione"... i loro due maschietti era stati adottati dal Est Europa. Da quel momento, abbiamo continuato la nostra passeggiata insieme a loro raccontandoci le varie esperienze del percorso adottivo, l’incontro col figlio e l’inserimento in famiglia.<br /><br />In Spagna abbiamo incontrato una coppia: lei tedesca e lui spagnolo e pure lì siamo riusciti a scambiarci un bel po’ di informazioni. Ci hanno raccontato la procedura dell’adozione in Germania che è, a quanto pare, più snella e veloce rispetto a quella Italiana. Loro hanno adottato un bel maschietto che era stato adottato in precedenza da una famiglia del paese d’origine e poco dopo riportato in orfanotrofio. Quindi ci hanno raccontato delle difficoltà del bambino all’asilo, ecc.<br /><br />Quest'estate, al mare, abbiamo conosciuto una famiglia con una splendida figlia adottiva. Dopo qualche sguardo la nonna della ragazzina si è avvicinata e subito ci siamo messi a condividere pensieri, ostacoli, difficoltà e le gioie delle nostre esperienze. Il giorno dopo la signora mi fece conoscere il suo figlio e nuora e pure lì ci siamo scambiati tante informazioni. Quando ci siamo salutati mi sono accorta che non sapevo nemmeno il nome della persona che avevo davanti! Poi ci siamo scambiati i nomi, ecc, ma si vede che ci eravamo perse nel entusiasmo di parlare dei nostri preziosi bimbi.<br /><br />Alla fine trovarsi bene fin da subito con estranei non è così poi strano perchè condividiamo un'esperienza piena di emozioni fortissime. Chi non ci ha passato non riesce a capire e naturalmente cerca di ragionare, quando la ragione non c’entra nulla con l’emozione. Provate a pensare, si può ragionare col mal di schiena o di testa? Un dolore psichico non è poi tanto diverso da uno fisico.<br /><br />Se poi parliamo delle famiglie con cui abbiamo condiviso i viaggi o quelli, sempre adottivi, che ci sono stati vicino prima e dopo l’arrivo del figlio, a me sembrano dei fratelli nel senso che avremmo sempre qualcosa che ci lega.<br /><br />E' bello poter parlare di un argomento che ci sta a cuore senza dover fare premesse. Proprio come succede in famiglia o con amicizie di lunga data. L'adozione è un percorso difficile ma bello allo stesso tempo e chi ci attraversa cambia per sempre. Anche se l'adozione avviene in paesi diversi o tempi diversi, le emozioni dei genitori sono molto simili. Alla fine è come se avessimo fatto un percorso di vita assieme e per questo, diventati una grande famiglia.Mamma1http://www.blogger.com/profile/16622918205475821029noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5877902100378365893.post-27253704914597828812007-09-22T09:50:00.000+02:002007-09-22T09:53:45.263+02:00L’attesa del secondo figlio adottivo.L’attesa del secondo figlio adottivo la vivo molto diversamente rispetto al primo. L’attesa del primo figlio è difficile per diversi motivi: innanzitutto perché si aspetta un bambino che tarda in arrivare per “colpa” di una sfilza lunga fatta di tempi morti e/o burocratici nonché di persone che ci rendono il percorso più complesso e frustrante del necessario.<br /><br />L’attesa del secondo figlio è diversa per me, intanto che aspetto che ci chiamino per iniziare una cosa od altra, a casa si sentono i passettini, le risate, i pianti, i giocattoli sparsi dappertutto…insomma c’è una piccola creatura tutta nostra da amare e coccolare.<br /><br />Certo se mi fermo a pensare sulle attese burocratiche, mi viene un gran nervoso. Sono cose che se anche ti hanno spiegato il perché si fa fatica ad accettarli, perché ti allontanano dal tuo figlio. Per fortuna ho mio primo figlio che mi impegna e distoglie i pensieri sulle difficoltà del percorso adottivo.<br /><br />In’ attesa della prima adozione, la coppia aspetta il bambino per diventare una famiglia. Si ci sente come un nido pronto per accogliere il figlio che non arriva. E quando si visita quella stanza vuota che primo o poi diventerà la stanza del tuo figlio o figlia , la frustrazione cresce. Si possono fare tante cose per cercare di distraesi, ma servono poco o niente. Insomma si è un nido vuoto.<br /><br />Nella seconda adozione si è già famiglia, il nido è pieno e si tratta di allargarlo per accogliere il secondo figlio.<br /><br />È tutta un’altra storia.Maribeloushttp://www.blogger.com/profile/04825563879464231464noreply@blogger.com3