11 ottobre 2007

I piedi in due scarpe.


Un modo di dire ed un arte del tutto Italiana quella di tenere i piedi in due scarpe, noi Italiani siamo bravissimi a farlo in tantissimi settori della nostra vita. Diventa più difficile farlo quando i piedi bisogna tenerli in due culture, quando alla scarpa elegante nel piede sinistro si deve appaiare l’infradito nel destro, quando alla cultura Italiana bisogna affiancare quella del paese da cui viene nostro figlio, il paese d’adozione, in questo siamo meno bravi, convinti dal sentircelo dire a destra e a manca, che il nostro stile di vita è il migliore nel mondo. Esistono casi estremi, in cui addirittura la cultura del paese d’adozione viene dimenticata o annullata, i motivi possono essere tanti, mancanza di risorse, di interesse, di tempo, si può anche non sapere come agire con il senso di sofferenza che nostro figlio può avere con il suo paese e la sua storia, quindi si cancella, ma dimenticare, cancellare è impossibile, quindi in realtà non si fa altro che rimandare un problema che potrebbe ingrandirsi con il tempo.
Abbiamo bisogno del vostro contributo, raccontateci come fate, come tenete i piedi nelle due scarpe culturali.

Contributo di Papà 1

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Noi festeggiamo il giorno i cui l'abbiamo conosciuta in Istituto così come il giorno in cui l'abbiamo portata via dall'istituto. E anche il giorno che siamo rientrati come famiglia in Italia! Abbiamo comprato CD musicali e abbiamo alcune decorazioni e bandiere sparse per la casa. Ogni mese circa prepariamo un pasto il piu' vicino possibile alla cucina del suo paese. Quando non possiamo prepararlo andiamo in ristorante, insomma cerchiamo di valorizzare la sua cultura perche' fa parte di chi é la nostra figlia. Dall'altra parte ci aspettiamo che un giorno vorra' viaggare a consocere meglio il suo paese natale e quindi troviamo giusto che conosca la propria cultura.

Sarebbe bello sentire da qualche figlio adottivo più grandino - questo è un gesto che vi serve? in che modo?

Grazie e complimenti per il blog

Unknown ha detto...

Ciao, la nostra bimba, adottata in Bolivia quando aveva 15 mesi, ora ne ha 4. Quindi per lei i ricordi del paese sono molto pochi. Noi cerchiamo di tenere vivo in lei l'interesse per il suo paese di origine, con racconti, libri, foto e rimanendo aggiornati su quello che succede la, anzi ormai siamo più boliviani di lei!

Anonimo ha detto...

alessandra,certo che è un gesto che serve. annullare la cultura del paese di origine del figlio/a credo sia uno sbaglio grandissimo. perchè il vuoto che inevitabilmente il figlio ado.si sente dentro, in questo modo crescrà ancora di più.
questa è la mia opinione di figlia.
G.

Maribelous ha detto...

Mi è capitato di sentire diversi genitori adottivi commentare il fatto che il figlio non vuole niente a che fare col il suo paese di origine. Una collega di lavoro credeva che ciò testimoniassi il grado di integrazione del figlio nel nuovo paese ed ne era soddisfatta.

Ovviamente non sono d'accordo con questa conclusione.

Credo, ma comunque mi chiedo, se i genitori adottivi possano insegnare ai figli che ci sono cose molto belle del loro paese di origine. Tanto per iniziare, il loro paese ci ha donato il figlio che abbiamo davanti.