2 aprile 2007

Perchè ti sforzi a farci incontrare?

In questo periodo sto organizzando un incontro con le famiglie del Nepal. Uno dei genitori, mi scrive la nota che segue alla fine di una sua recente email:

PS: mi stupisco che tu, dopo aver organizzato insieme a Mamma 2, il raduno del Lago di Iseo (peraltro ben riuscito) abbia ancora l'entusiasmo di chiamarci a raccolta in Liguria. Mi sorge una considerazione: quanto conta, in questo attivismo, l'attesa della seconda adozione ed il desiderio di condividere le ansie e le angosce di questo secondo percorso?...
Ciao e buona giornata, Papà*
Quando lui ha ricevuto la mia risposta mi invitò a pubblicarla su questo Blog, ma credo sia troppo lunga. Quindi pubblico la parte che ritengo più importante, cioè quella sulla mia motivazione nel radunare le famiglie, perchè riguarda i bambini.

Che bella domanda mi hai fatto! --- ma credo che la mia risposta ti stupirà -

Quando ero in Nepal col mio figlio in albergo, ho notato grande coesione tra lui e gli altri bambini adottati nello stesso periodo (con noi c'erano A, B, C, D, E*, e tante femminucce) di coppie Italiane che soggiornavano nello stesso albergo. Da soli in Nepal, senza alcuna mamma o esperto da consultare, ci è venuto naturale confrontarci con gli altri genitori.

Sicuramente il legame tra i bambini ci ha fatto avvicinare ma è anche vero che ci siamo trovati bene con gli altri genitori: genitori che NON rifiutavano ciò che era diverso, genitori curiosi della cultura del loro figlio e che l'abbracciavano - molti di noi abbiamo comprato copriletto e bandiere nepalesi, mandala buddisti o statuette induisti, e sari per decorare la cameretta e perche' no, pure la casa.

Gli incontri che abbiamo fatto finora (in Italia) sicuramente sono state anche un modo per confrontarci, anche perche' per alcune famiglie questi momenti sono stati l'unica forma di post adozione ricevuta (noi esclusi, siamo stati fortunatissimi e siamo stati seguiti per un anno intero, regolarmente e individualmente come famiglia, e a richiesta negli anni successivi dalla nostra città).

Negli incontri c’erano sempre i bambini che giocavamo insieme non ostante le differenze di età. Come sai bene, molti di questi bambini erano legati da un’esperienza comune in Istituto ed altri nella esperienza del subito dopo Istituto, in albergo.

E allora forse mi illudo sperando che il fatto che questi bambini si rivedano regolarmente li aiuti a mantenere questo legame quasi fraterno e che questo legame li aiuti a rafforzare la loro autostima e la loro identità. Sperando che li aiuti nella integrazione nella loro nuova società e ad affrontare meglio le difficoltà che sicuramente incontreranno. Credo che con una forte identità e autostima ognuno potrà vivere la sua diversità in modo positivo, nel senso: “Sì, sono diverso ma questa è una mia ricchezza”. Forse la penso così perchè non sono Italiana e sono FIERISSIMA della mia nazionalità. Vorrei che loro vivessero la loro appartenenza (nazionalità, etnia, colore e tratti somatici) con gran fierezza.

Fino a quel punto era tutto una mia idea in cui credevo fermamente ma poi mi e' arrivata una conferma, dal TUO figlio, caro. Si, proprio da lui. Il giorno che i bimbi si sono rivisti al Lago di Iseo, il tuo figlio ha abbracciato i suoi amici nepalesi e ha proclamato: "oggi siamo tutti marroni" Sono state le più belle parole che ho sentito e mi ha dato una grandissima soddisfazione! E mi sono detta: questo e' il motivo per cui mi do da fare in riunire le famiglie nepalesi.

Per quanto riguarda usare gli incontri per condividere le ansie e angosce della seconda adozione, dico due cose soltanto: primo di tutto credo che rimuginare le cose e andarci sopra e sopra ancora non fa altro che farmi star peggio! Secondo, è per questo che ho aperto il blog!!! Il blog e' la mia valvola da sfogo anche se cerco di essere obbiettiva ed informativa. :)
ciao, Mamma 1

* tutti i nomi sono stati sostituiti da nomignoli o lettere per proteggere la privacy delle famiglie in questione.

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