12 maggio 2008

Come si vive l'iter la prima e la seconda volta

Senza altro stiamo vivendo entrambi iter in modo molto diverso.

Mentre nel primo eravamo nervosi, ansiosi e pensavamo che il nostro futuro come genitori fossi in mani altrui. Mani che potevano determinare la felicità o infelicità; cosa che ci sembrava davvero incredibile ed ingiusto.


La seconda volta siamo arrivati con più serenita, perchè se non ci davano la possibiltà di fare una seconda adozione, noi un figlio c'e la avevamo già. E questo credo che abbia molto contradistinto il nostro atteggiamento con i servizi sociali, il giudice, ecc., ecc.

Addirittura ho conosciuto una coppia che hanno fatto il loro primo iter con le stesse persone che hanno seguito me e mio marito e allo stesso tempo. Le nostre impressioni erano totalmente diverse. Sicuramente le coppie che attraversano il primo iter vanno affrontate in un modo diverso ma le domande sono sempre toste, vogliono conoscere i figli già in casa, metteno in dubbio tutte le tue certezze, ecc ecc.

Ma in ogni momento io pensavo, se non ci danno l'idoneità, io sono comunque apposto col mio cucciolo. Quindi eravamo più tranquilli e sereni nel discutere come stavano le cose, e discutevamo tranquillamente dubbi e problemi. Forse i servizi sono diventati più soft nei nostri confronti quando hanno incontrato il nostro figlio e hanno acertato che stava davvero bene e che era davvero felice. Loro osservano e sanno distinguere un bimbo davvero sereno da uno che finge.

Ovvio che le coppie che ancora devono adottare non hanno nulla per far conoscere come saranno come genitori.

Finalmente, mentre la prima volta vedevo l'iter come una grande imposizione, la seconda volta, forse perchè sono già mamma, capisco e sostengo l'importanza di assicurarsi che solo coppie davvero convinte e sensibili diventino genitori.

Purtroppo l'Emilia-Romagna ha una altissima percentuale di bambini adottivi RIABBANDONATI. Una cosa davvero racapricciante. E quindi i servizi fanno di tutto per "filtrare meglio le coppie" per evitare questa terribile esperienza ai bambini.

Buona Festa della Mamma

Prima pensavo che la festa della Mamma era una festa fatta apposta per vendere regali e la vivevo con una cosa forzata. Adesso che sono Mamma, è un'occasione (nel caso mancassero) per ricordare quanto sono fortunata di avere un bambino così adorabile.

Quella sera mentre ci preparavamo per andare a letto il mio figliolo mi chiesse,
- "Mamma, ti è piaciuto il regalo che ti abbiamo fatto?"
- "Moltissimo", li risposse.
- "Io so una cosa che ti sarebbe piaciuto di più!"
Io lo guardai incuriosita e lui aggiunse:
"e se io e Papi organizzavamo di andare in Nepal per prendere un altro figlio?"

Abbiamo "prenotato" la sorellina

Il giorno della visita domiciliare sono andata a prendere mio figlio dopo il suo pranzo a scuola. Le operatrici dell'USL lo volevano conoscere. Il giorno dopo a scuola, diversi genitori dei compagni del nostro figlio, ci hanno chiesto,
- Ma che cosa ci fate qui? Non dovevate essere in Nepal?
- E io, in Nepal? Come in Nepal?
- Sì, il tuo figlio ha detto al mio che eravate partiti per il Nepal per prendere la sorellina.
- No, no. Si sarà spiegato male, l'altro giorno l'ho ritirato presto dalla scuola per farli incontrare l'assistente sociale e psichiatra infantile ma ancora siamo ben lontani da andare in Nepal.

E il miglior amico del mio figlio aggiunse: Io l'avevo capito che non eravate partiti per il Nepal. Avete solo prenotato la sorellina!

5 maggio 2008

L'Iter per la seconda adozione

Tanti ci hanno detto, “sicuramente la seconda adozione andrà più veloce perchè avete già adottato”. O “una volta constatata la buona integrazione del primo figlio vi daranno il nulla osta subito”. E anche “siete stati così bravi, vedrete che vi danno l’ok subito”. Beh, non è stato proprio così.

Certo, nell’iter della seconda adozione non bisogna ricostruire la storia della coppia, però bisogna rivedere la storia della “famiglia” (prima era una coppia, ora è diventata una famiglia). Cioè, come sono andate le cose col primo figlio adottivo. L’assistente sociale e la psicologa vorrebbero constatare che il bimbo stia bene su tutti i piani, emotivamente, socialmente, ecc. Che la sua individualità sia rispettata e che non succeda come in alcune famiglie adottive che il suo passato e/o paese natale vengono cancellati dalla memoria della nuova famiglia.

Perché tutta questa attenzione pure degli operatori alla seconda adozione? Perché in Emilia Romagna, ci dicono gli operatori, invece di fare il primo anno di post adozione per il secondo figlio loro si trovano a dare assistenza a un primo figlio adottivo in crisi.

Infatti, quelli del Centro per le Famiglie ci hanno subito avvertito che non ci sarebbero stati sconti di nessun tipo e anzi, ci hanno raccontato di un caso in cui la seconda adozione è stata negata a una famiglia con primo figlio adottivo; è saltato fuori che il bimbo non era ancora ben inserito né ben accettato dai propri genitori. Si trattava di cose quasi impercettibili ma che non sono scappati all’occhio attento di chi è di mestiere.

Altre domande fatte a noi sono state, come reagirà il primo figlio a un nuovo arrivato? Non dobbiamo dimenticare che lui è arrivato primo e che un nuovo arrivo potrebbe sconvolgere tutta la sicurezza e serenità guadagnata.

Se fosse dello stesso sesso, quali potrebbero essere alcuni scenari dei rapporti tra i due figli? Se fosse dello sesso opposto? Se la differenza di età fosse poca (2-3 anni?) e se invece fosse più grande e il secondo figlio ha 4 anni o meno? Quale di questi scenari potrebbero far stare male al nostro primo figlio?

Bisogna immaginare sia i scenari positivi che quelli negativi. Siamo pronti come genitori ad affrontare le difficoltà che sorgeranno? Siamo pronti ad affrontare due bambini in difficoltà?

Diamo per scontato che il primo figlio si è già inserito ed è apposto ed ora si aggiunge un altro senza immaginare cosa andiamo a sconvolgere nel primo figlio. C’è chi pensa che sia normale che il primo figlio vada in crisi, tanto tutti i “primi” vanno in crisi. Di sicuro una piccola parte della “crisi” del primo figlio adottivo è normale tra tutti i figli ma un secondo figlio mette in crisi in modo diverso il figlio adottivo. E’ una cosa piuttosto complessa e di sicuro non trascurabile.