In una delle prime foto che abbiamo scattato insieme al nostro figlio lui guarda la macchina fotografica mentre mi abbraccia. Quella foto ci è sembrata bella non ostante i suoi occhi ci parevano un po’ tristi. Pensavamo fossimo noi i soli a notarlo, visto che sapevamo la sua storia. Abbiamo inviato quella foto ad amici e parenti e alcuni hanno commentato sullo sguardo triste negli occhi del nostro bimbo.
E quindi una delle domande che mi sono posta come genitore è se sarei stata capace di togliere quello sguardo addolorato dagli occhi del mio figlio, se saremmo riusciti a sostituire quello sguardo triste e preoccupato con uno sguardo allegro e spensierato.
Perché anche se non lo si vede negli occhi, ogni bimbo porta in sé il ricordo dell’abbandono – una psicologa a Bologna ci ha detto che anche i bambini abbandonati a pochi mesi di vita se ne rendono conto. Questo dolore può spaventare qualsiasi genitore, perchè quando si ci confronta, molti di noi ci sentiamo inadeguati ad affrontare un dolore così profondo in una creatura così piccola.
Vorrei che chi leggesse queste parole sappia che è possibile affrontare e anche superare il dolore e la preoccupazione, sostituendolo con allegria e spensieratezza. Lo si fa dando tanto affetto e amore, avendo tanta pazienza e ascoltando cosa dice in parole e gesti il nostro figlio. Il resto lo fà il tempo.
Col tempo si aggiungono nuove esperienze e bei ricordi e pian piano queste diventano la maggioranza nella vita del nostro figlio. Non potremmo mai cancellare il suo passato – non che volessi – è parte della sua vita e tutti abbiamo qualche brutto ricordo nella nostra vita. L’importante che se ne possa parlare e che ci siano più momenti belli che brutti.
Attenzione: non sto parlando di viziare il figlio con mille giochi e dolcetti. Secondo me, questo è un comportamento degli adulti assolutamente sbagliato. Non sto a dire perché; credo che ne deva essere un esperto a parlarne (se qualcuno che legge vuole suggerire un libro o pure scrivermi qualche riga in merito, mi farebbe molto piacere).
Poi ogni bambino è diverso, c’è chi come il nostro si presenta subito triste e diffidente mentre altri sembrano allegri e sereni e magari dopo l’inserimento in famiglia ne esce fuori qualche difficoltà. Per questo bisogna ascoltare ed essere sensibile a questa nuova presenza, questo piccolo essere umano che ha un suo vissuto. Bisogna percepire e ascoltarlo con mente aperta, senza diventare troppo premurosi mi raccomando!, e starli vicino, dando tanto affetto : intendendo abbracci, carezze, starli accanto fisicamente, prendendolo in braccio anche quando ha superato i 30 kg!, ecc., ecc.
Mi piacerebbe farvi vedere le foto del mio bambino a quasi tre anni di distanza da quelle prime foto nel Ottobre 2003, i suoi occhi hanno tutta un’altra espressione. Questa sì che è soddisfazione!